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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 24
 
originale
 
24. Sed haec bene atque optime plenaque cum sanctimonia disposita feralem Fortunae nutum latere non potuerunt, cuius instinctu domum iuvenis protinus se direxit saeva Rivalitas. Et illico haec eadem uxor eius, quae nunc bestiis propter haec ipsa fuerat addicta, coepit puellam velut aemulam tori succubamque primo suspicari, dehinc detestari, dehinc crudelissimis laqueis mortis insidiari, Tali denique comminiscitur facinus. Anulo mariti surrepto rus profecta mittit quendam servulum sibi quidem fidelem, sed de ipsa Fide pessime merentem, qui puellae nuntiaret quod eam iuvenis profectus ad villulam vocarent ad sese, addito ut sola et sine ullo comite quam maturissime perveniret. Et ne qua forte nasceretur veniendi cunctatio, tradit anulum marito subtractum, qui monstratus fidem verbis adstipularetur. At illa mandatu fratris obsequens ? hoc enim nomen sola sciebat ? respecto etiam signo eius, quod offerebatur, naviter, ut praeceptum fuerat, incomitata festinabat. Sed ubi fraudis extremae lapsa decipulo laqueos insidiarum accessit, tunc illa uxor egregia sororem mariti libidinosae furiae stimulis efferata primum quidem nudam flagris ultime verberat, dehinc quod res erat, clamantem quodque frustra paelicatus indignatione bulliret fratrisque nomen saepius iterantem velut mentitam atque cuncta fingentem titione candenti inter media femina detruso crudelissimae necavit.
 
traduzione
 
Ma tutte queste belle e buone e sacrosante azioni fatte a puntino, non sfuggirono alla malignit? della Fortuna che istig? la gelosia a entrare nella casa del giovane e a funestarla. E cos? la moglie, la stessa che ora, appunto, per questi fatti, era condannata alle belve, in un primo momento cominci? a sospettare nella fanciulla una rivale, addirittura che andasse a letto con suo marito, poi prese a odiarla e, infine, a tenderle perfino spietate insidie per farla morire. Ecco la trappola fatale che le tese: sottrasse al marito l'anello che egli usava come sigillo e part? per la campagna. Di qui sped? un servo a lei fedele, ma che non poteva assolutamente dirsi uomo di buona fede, perch? riferisse alla fanciulla che il giovane essendosi recato in campagna la invitava presso di s?, raccomandandole, per?, che andasse da sola, senza compagnia alcuna, il pi? presto possibile. Inoltre, per allontanare nella ragazza ogni titubanza, consegn? al servo perch? glielo mostrasse, l'anello sottratto al marito a conferma dell'autenticit? di quel messaggio. Ella obbediente all'ordine del fratello (era la sola, infatti, a conoscerlo per tale) e riconoscendo il sigillo che le veniva mostrato, senza indugio e tutta sola s'avvi?, come le era stato ordinato e cos? cadde nella trappola infame, nei lacci insidiosi e che le erano stati tesi. Quella moglie esemplare, infatti, fuori di s? ormai dalla rabbia e dalla gelosia, prima la spogli?, poi la frust? a sangue nonostante che la poverina gridasse la verit?, cio? che quello sdegno era fondato sul nulla, su un adulterio che non esisteva e che quel giovane era suo fratello. Ma fu come se dicesse soltanto menzogne, come se si inventasse tutto di sana pianta, perch? l'altra la uccise in modo atroce cacciandole un tizzone ardente fra le cosce.
 

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